E’ giunto il momento di una clinica interamente buddhista

20 Dic 2018 da Lucilla Sperati

Da quando mi occupo di studiare i benefici delle discipline orientali, siano esse legate all’India come lo Yoga, o alla Cina come il tàijíquán, non posso fare a meno di notare un crescente interesse da parte della scienza a sistematizzare queste tecniche dentro schemi predefiniti. Ciò sarebbe anche un lavoro interessante ed accettabile, se gli scienziati non fossero così irrimediabilmente presuntuosi da negare le competenze degli orientalisti, il cui aiuto è solo limitatamente richiesto nel corso delle loro ricerche sui benefici della tale o della talatra tecnica orientale. Eppure inizialmente negavano i benefici della meditazione e delle arti marziali. Tutte stupidaggini per allocchi, diceva il mondo scientifico quando ero giovane. Adesso tutti si sono ricreduti sull’onda di quell’orientalismo di ritorno che se possibile è ancora più approssimativo del precedente. La Mindfulness ci insegna che non c’è un limite alla stupidità umana. Federico Divino invece ci ha insegnato che se una conoscenza orientale è seriamente studiata e approfondita, può darci dei risultati che vanno ben oltre le nostre migliori aspettative.

Quel che voglio dire è che è giunto il momento di finirla di giocare a fare i piccoli orientalisti da due soldi che studiano le “neuroscienze della meditazione”. I benefici di queste pratiche erano già arcinoti prima che la scienza ci mettesse becco, e non sarà certo la scienza a dimostrare perché queste pratiche siano effettivamente così efficaci, dal momento che con i suoi imperfetti metodi di comprensione può solo attestarne la validità, salvo poi ricominciare a schernire tutto ciò che non è basato sulla sua cultura materialistica. Lo yoga non viene più visto come il prodotto culturale di secoli di tradizioni e conoscenze legate ad un certo ambito. Lo yoga non viene studiato da chi si occupa della cultura, della storia, della lingua e della letteratura dell’india, ma da scienziati totalmente ignoranti in questioni antropologiche che si divertono ad attaccare elettrodi sulla testa dei praticanti yoga e a sentenziare se un metodo sia valido o meno sulla base delle loro considerazioni date da ignoranti.

Un libro che tutti dovrebbero leggere: ‘Lezioni di Medelogia, dieci insegnamenti per la consapevolezza’ – Federico Divino

Il momento per abbandonare questi giochi è giunto. Se vogliamo veramente cogliere i benefici di una determinata pratica, dobbiamo comprenderla alla vista della sua reale natura, e dunque studiarla da umanisti e non da scienziati riduzionisti, scettici verso qualsiasi cosa e materialisti al massimo. Come Divino ha inconfutabilmente dimostrato nei suoi testi, solo una pratica applicata alla reale comprensione di queste discipline può essere realmente di un concreto beneficio per la collettività. Che cosa ne consegue da questo ragionamento? Che serve una nuova generazione di clinici, parallela a quelli allopati formati nella biomedicina, e che si dedichino invece ad una clinica umanistica ed antropologica. Pensate che tutto questo sia folle? Vi pregherei, prima di giudicare, di leggere almeno uno dei libri di Divino, e per inciso quello intitolato: La Vera Psicoterapia. Indagine sull’Arte Medica Perfetta (Edizioni Etiche Nuova Coscienza, 2018) dove questo tema della clinica è ampiamente discusso e trattato. Solo dopo potrete pensare di dare un parziale giudizio su tutta questa questione. Vedi qui per maggiori dettagli.

Da anni Federico Divino si occupa di studiare la Psicologia Buddhista, ossia la scuola psicologica più antica della storia, nata intorno alle speculazioni filosofiche del Buddhismo. Dal momento che in Occidente siamo totalmente ignoranti in filosofia, ci dedichiamo solo a studiare sempre i soliti filosofi europei e al massimo qualche americano, volendo dimenticare di proposito i contributi enormi dati dalle scuole filosofiche d’Oriente, delle quali non sappiamo nulla. Eppure se parlate ad un laureato in filosofia vi dirà altezzosamente che non esistono scuole filosofiche in Oriente, dimostrando quanto la sua laurea sia buona solo a soffiarsi il naso (per non dire altro). Allo stesso modo anche gli psicologi sono felici nella loro ignoranza, credendo che la psicologia nasca davvero in Europa, e studiando sempre i soliti nomi e le solite teorie.

Nel suo libro, Federico Divino non solo ha articolato in maniera concisa e chiara in cosa si caratterizza la scuola psicologica del buddhismo, ma ha anche descritto la clinica ad essa legata. Il Buddhismo ha infatti inventato la psicoanalisi e la psicoterapia secoli prima della nascita di Freud, e ne ha anche ottenuto risultati assai migliori.

Il risultato di queste ricerche non dovrebbe essere la nascita del solito sincretismo di marketing come la mindfulness, un abominio ideato da psicologi che non sanno niente di buddhismo e vogliono solo lucrare su una moda passeggera. Per occuparsi realmente di una clinica della meditazione dobbiamo abbandonare l’idea che solo gli psicologi formati all’occidentale possano occuparsi di clinica della mente. Antropologi ed Orientalisti che sono formati sul buddhismo, come Federico Divino, possono applicare egregiamente quelle conoscenze al mondo moderno, e non hanno bisogno di scuole di pensiero che in certi aspetti contrastano terribilmente con la visione buddhista. La meditazione ha già dimostrato la sua validità a tutti, e adesso è tempo che chi conosce realmente quel mondo, e si è dedicato ad approfondirne la lingua, la letteratura e le sue applicazioni pratiche, sia abilitato ad esercitare da clinico al pari degli psicologi.

Libri Correlati Edizioni Etiche Nuova Coscienza – Info,acquisto: Lucilla Sperati

Fondamenti di Psicologia Buddhista – Federico Divino, EENC 2020, E 15

Il grande discorso della consapevolezza- Il Sutra della Mente – Federico Divino (traduzione dal tibetano), 2020, E 12